Parma Couture a Pitti Uomo 90: con il rallentamento di Cina e USA, la moda riscopre l'Europa

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Parma Couture a Pitti Uomo 90: con il rallentamento di Cina e USA, la moda riscopre l'Europa

Un visitatore dell'edizione estiva di Pitti Uomo si trova davanti ad alcune ineliminabili condizioni ambientali. Punto primo: il caldo (banalmente). Secondo: il risiko dei ritardi e delle coincidenze in treno (se si arriva con questo mezzo). Terzo: la curiosità di vedere l'allestimento dell'edificio all'ingresso, che richiama sempre il tema dell'edizione (stavolta è "Pitti Lucky Numbers"). Quarto: il flusso copioso di persone variamente abbigliate, per lo più trendy, alcune già "avanti", altre troppo "oltre".

Si tratta, comunque, di una esperienza interessante: per la densità di potenziali compratori provenienti da tutto il mondo; e per la varietà di tipi umani, veri e finti. Tra un selfie e una chiamata all'amico rimasto a casa, i telefonini dominano la scena e si soffermano, soprattutto, ai lati del grande piazzale centrale che ospita le consuete installazioni (stavolta i "numeri fortunati" scritti su grandi bandiere colorate e penzolanti), dove si mette in mostra la "fauna" più eccentrica, tra barbe incolte e cappelli variopinti, pantaloncini decorati con misteriosi disegni abbinati a giacche di classica fattura.

Poi il visitatore, seguendo il flusso, entra nel Palazzo Centrale della fiera. Se è di Parma, può essere orgoglioso: tutti i brand del Consorzio che partecipano al Pitti sono proprio qui, dislocati su diversi piani ma tutti sulla via dei buyer delle grandi maison. Belts+, Fabrizio Lesi by Airedale, Ernesto by Gianfranco Bommezzadri. E poi Bonfanti Borse per arrivare, infine, agli stand di Equipage Pantaloni e Camiceria Emanuale Maffeis. Il visitatore parmigiano è orgoglioso perchè non è facile, per un'impresa di moda di piccola o media dimensione, essere ammessa al Pitti.

Lo stand di Belts+ by Stefano Piazza colpisce per la varietà di colori: le cinture arrotolate, appese in prospettiva geometrica, rendono vive le anonime pareti di uno stand. Sono, invece, presentate in una forma più distesa le eleganti cinture firmate Fabrizio Lesi: file di esemplari in bella mostra, come pronti ad alzarsi in piedi e prendere vita.

Lo stand di Ernesto by Gianfranco Bommezzadri è ampio e spazioso. Sono appese tutto intorno le giacche, accompagnate da un allestimento essenziale: quadretti alle pareti, pochi oggetti a richiamare gli originali disegni che decorano i capispalla. Il dandy attento all'ambiente ed alla cultura primitiva dei popoli sceglie di vestire "Ernesto". Il custode del buon gusto e della bellezza del Made in Italy veste "Paideia". Il visitatore può riconoscere, tra le persone che occupano lo stand, colui che ha avuto la prima ispirazione. Il sarto Gianfranco Bommezzadri, che ha dato vita all'impresa, spicca per la sua eleganza naturale, non ostentata. E' grazie alle sue intuizioni ed alla sua competenza che le nuove generazioni hanno potuto inventare gli ultimi apprezzati brand dell'azienda.

Le camicie di pregiata fattura firmate Emanuele Maffeis sono come invitanti frutti appesi a rami artificiali. Al visitatore viene voglia di coglierne uno. Anche perchè la sua camicia è ormai...fradicia di sudore! Un tragitto di dieci secondi lo porta, poi, superato un modello in vestaglia, a raggiungere lo stand di Equipage. I pantaloni sono di più, in questa edizione: spicca la collezione "The cool guy" perchè ha un respiro giovane e internazionale.  Non a caso. Il visitatore scopre che è frutto dell'ispirazione di una giovane stilista, studentessa presso una Università delle Arti Creative....Esatto, non è in Italia! E' a Londra. Il visitatore, ignaro della "Brexit" che deve ancora venire, sente forte la sua appartenenza all'Europa.

Proprio l'Europa rappresenta, in un contesto economico internazionale che registra il rallentamento di Cina e USA, l'auspicato approdo dei brand di moda uomo, in una fase congiunturale che vede una timida ripresa dei consumi nel continente. L'Est Europa ha rappresentato, per numero di presenze, la positiva sorpresa di questa edizione del Pitti. In crescita, dopo la crisi, anche le presenze dalla Russia. In termini di numerosità dei buyer, il primo mercato è la Germania seguita da Giappone, Spagna e Regno Unito. La piccola Svizzera si colloca, in questa graduatoria, al nono posto, superando pure gli USA. Numerosi anche i compratori provenienti dalla Corea del Sud.

Al nostro visitatore rimane da raggiungere il variopinto stand di Bonfanti. Le borse dal gusto italiano, realizzate con cura, evocano ai suoi occhi...la fuga! Le strisce colorate orizzontali richiamano i marinai, la vita di mare, i viaggi in barca.

La fuga, si diceva. Il visitatore è stanchissimo. Un ultimo sforzo per uscire dalla fiera e raggiungere la stazione. Poi il risiko dei treni, sperando di non perdere l'ultima coincidenza. Arrivederci al prossimo Pitti, subito dopo Natale. Sembra ancora lontanissimo. E' già domani.

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